Storia
Inizialmente l'antico borgo di Lugano è composto da sei contrade (Nassa, Sassello, Cioccaro, Pessina, Cortogna e Canova) e si sviluppa secondo un reticolo viario centrato sullo sbarco in riva al lago (tra l'attuale Piazza Manzoni e Piazza Rezzonico) e che portava nelle diverse direzioni alle porte di Santa Margherita, delle Cappuccine o di San Giuseppe, degli Angeli e a quella di San Lorenzo.
Il cambiamento maggiore inizia nella seconda metà dell'Ottocento, in particolare dopo l'arrivo della Ferrovia del S. Gottardo, quando la città si sviluppa verso la campagna circostante nelle direzioni di Cassarate e Molino Nuovo, a monte della Stazione FFS nel quartiere di Besso e a sud-ovest oltre la fine di Via Nassa, al confine con la chiesa degli Angeli, che segna l'inizio del quartiere di Loreto.
Nella seconda metà del Novecento trasformazioni economiche e sociali portano allo sviluppo dell'industria alberghiera e turistica, determinando svariati interventi sul nucleo oltre a mutamenti urbanistici significativi.
Nel 1983 viene elaborato un Piano regolatore che mette a disposizione uno strumento importante per orientare e delimitare gli interventi edificatori e di ristrutturazione nel centro storico, dando avvio a numerosi studi per la ridefinizione funzionale del centro e delle sue zone con l'obiettivo di affermare le qualità ambientali, architettoniche ed estetiche del nucleo.
Oggi si sta elaborando un Piano Direttore comunale per rispondere alle esigenze dell'intera città, cresciuta con le aggregazioni.
Nonostante il suo sviluppo e la sua estensione, sono stati preservati edifici di pregio, parchi e giardini. Lugano ha così mantenuto uno spirito di cittadina a misura d’uomo ma capace di offrire i vantaggi di una realtà cosmopolita, tanto da essere il terzo polo finanziario in Svizzera e ospitare importanti congressi internazionali.
Luoghi di interesse
La chiesa, menzionata fin dal IX secolo, è dapprima collegiata e dal 1888 diventa cattedrale. La struttura originaria romanica (con abside semicircolare a oriente), della quale si conservano alcuni pilastri e strutture murarie incorporati nell'odierno edificio e il tronco del campanile fino all'orologio, fu trasformata ancora in epoca gotica. L'aspetto attuale è il risultato di un importante intervento di restauro e rinnovo realizzato all'inizio del Novecento dall'architetto Augusto Guidini, quando è stata eseguita anche la decorazione pittorica (1908-1910) in stile eclettico a opera di Ernesto Rusca di Rancate.
La chiesa è nota per la splendida facciata rinascimentale, iniziata nel 1517 e terminata verso la fine del XVI secolo.
L'interno è a tre navate con coro poligonale, le volte sono segnate da costoloni. Gli affreschi sulla parete ovest sono del secolo XIII, quelli sui pilastri della navata dei secoli XIV-XV.
Tra le cappelle riccamente decorate da marmi e bronzi la seconda a sud ha un sontuoso altare con la pala di G. B. Carlone, sulle pareti statue rococò raffiguranti le Virtù.
I fonti battesimali nella cappella opposta al coro sono del secolo XVI così come il tabernacolo.
Nel presbiterio gli affreschi a soggetto illusionista sono dei fratelli Torricelli. In fondo alla navata destra il fonte battesimale e del 1430 e il frontale d'organo in legno dorato e del secolo XVI.
Lugano non ha un castello, almeno non più; c'era fino al 1515. Dopo che gli svizzeri vincono i francesi nell'intento di annettere anche i territori a sud delle Alpi, distruggono infatti quello che resta del dominio straniero, il castello costruito da Ludovico Sforza. Dell'edificio, simbolo del potere di un casato e presenza difensiva, rimane una piazza, sulla quale si affaccia oggi il Palazzo dei congressi.
Dalla piazza, che invita a pensare al passato e alla storia della città, si possono ammirare i pregevoli edifici di Via Lucchini, Viale Cattaneo, Piazza Indipendenza e Corso Pestalozzi che, ad angolo con Corso Elvezia, presenta la celebra Casa Chiattone. Alle spalle del Palazzo dei congressi si trovano invece il Parco Ciani e la sua villa.
La piazza viene ripensata tra il 2004 e il 2006, su progetto degli architetti Giraudi & Wettstein e dell'architetto paesaggista Paolo Bürgi, qualificandosi come elemento architettonico di apertura: qui arrivano infatti i frequentatori internazionali del Palazzo dei congressi e passano le migliaia di persone che quotidianamente si recano nel centro città e che utilizzano il parcheggio sottostante.
Piazza Castello è anche un elemento di continuità tra il Parco Ciani, Palazzo dei congressi e il centro.
Il monumento realizzato in occasione del centenario dello scontro tra Cisalpini e Volontari luganesi, avvenuto la mattina del 15 febbraio 1798, celebra anche la fine della sottomissione del Ticino e l'inizio della sua parità nei rapporti con gli altri cantoni.
L'opera si compone di un basamento in pietra, mentre sui quattro lati della base si trovano due scritte commemorative e due bassorilievi in bronzo. L'obelisco, risalente al Settecento, opera di ignoto, dà slancio al basamento che è la parte rilevante del monumento.
Il basamento e le scritte sono di Otto Maraini; i due bronzi sono di Ampelio Regazzoni L’albero della libertà (1898) e di Luigi Vassalli I moti del febbraio 1798 (1898).
All'entrata principale del Parco Ciani, sul lungolago, è collocata la statua Guglielmo Tell di Vincenzo Vela, scolpita dall'artista di Ligornetto nel 1856.
È oggetto di restauro da parte del Rotary Club di Lugano, per onorare i 200 anni dall'entrata del Canton Ticino nella Confederazione, e riconsegnata simbolicamente al comune e alla cittadinanza il 21 luglio 2003. Il restauro viene portato a termine da Claudio Cometta, con la collaborazione di Gianna Mina Zeni, allora curatrice e oggi direttrice del Museo Vincenzo Vela a Ligornetto.
La statua, scolpita in un blocco di pietra arenaria proveniente dalle cave di Brenno d'Arcisate, presentava soprattutto i segni e i danni dell'azione nociva degli agenti atmosferici. Una seconda fase di restauro è stata dedicata alla ricostruzione delle parti mancanti della scultura, in particolare le due frecce che Tell stringe nella mano destra rivolta verso l'alto e la metà della balestra che l'eroe tiene con la sinistra, all'altezza del fianco.
In un primo momento, la scultura era stata collocata per volere dei fratelli Ciani, committenti dell'opera, davanti al loro Hôtel du Parc, in prossimità della chiesa di Santa Maria degli Angeli. Viene poi traspostata sulla Riva Albertolli nel 1914, mentre la riva che si allarga verso l'entrata del parco viene intitolata all'eroe svizzero nel 1942.
All'inizio di Via Nassa, allineata alle case sul margine della via, si trova la piccola chiesa barocca dedicata a San Carlo Borromeo. Costruita dall'omonima confraternita tra il 1640 e il 1642, la chiesa viene ristrutturata e privata della parte destra nel 1950, mentre la facciata è realizzata nel 1829 da Domenico Fontana, che conserva il portale barocco. Gli ultimi restauri dell'edificio risalgono al 2005 su direzione dell'architetto Tita Carloni.
I lavori di costruzione della Chiesa di Sant'Antonio Abate iniziano nel 1633 e terminano nel 1651, ma l'edificio è concluso internamente soltanto tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo.
Originariamente la chiesa è congiunta al Collegio dei Padri Somaschi, divenuto poi liceo cantonale nel 1852. A quel tempo la chiesa era quindi utilizzata come aula scolastica e sala per riunioni e, temporaneamente, come arsenale.
Nel 1908 sono demoliti gli edifici del liceo e viene aperta Via Magatti, lungo il fianco est della chiesa. Anche la sagrestia è demolita, per poi essere ricostruita a fianco del coro, sulla cui volta spicca la Glorificazione di Sant'Antonio di G. Antonio Petrini (1730). Nelle cappelle laterali sono anche presenti tre pale dell'artista. L'ampia decorazione in stucco dell'edificio risale al 1652, un lavoro di Luca Corbellini e G.B. Bellotto, entrambi di Lugano, portato a termine da Girolamo Rossi nel 1683.
Nel 1923 viene posata una lapide sulla facciata neobizantina della sagrestia a ricordo di Alessandro Manzoni, allievo del Collegio dei Somaschi per due anni, dal 1796 al 1798.
La chiesa è consacrata nel 1596 e viene costruita su un preesistente edificio religioso del 1349 dedicato a San Biagio. In occasione di una pestilenza avvenuta tra il 1512 e il 1527, i luganesi chiedono che sia realizzata, nel luogo un tempo occupato dal castello ducale di Lugano, una cappella dedicata a San Rocco, il santo di Montpellier, invocato contro i malefici influssi della peste. L'obiettivo è costruire una chiesa che, durante le temibili epidemie di peste, possa servire da lazzaretto per gli appestati. La richiesta, rimasta inascoltata, viene rinnovata nel 1528, quando un'altra pestilenza colpisce il borgo. Il 3 novembre di quell'anno molti vicini e cittadini luganesi si radunano nella Piazza Grande (l'odierna Piazza della Riforma) dove Battista Somazzi ricorda pubblicamente il desiderio di quell'assemblea di edificare la cappella che stava a cuore ai luganesi.
Così il 31 dicembre il Consiglio generale borghigiano approva la costruzione, stanziando per due anni consecutivi la somma di 300 lire terzuole per la sua realizzazione. Gli impresari abbandonano i lavori nel 1529 per paura di contrarre la malattia che nel frattempo si era estesa, così che l'edificio può essere terminato solo alla fine di quel secolo, dopo parecchie interruzioni.
La vicenda umana di San Rocco è illustrata nel ciclo di affreschi all'interno della chiesa.