Storia
Il quartiere si estende per 2,5 km² e confina con Cadro, Lugano, Pregassona e Canobbio.
Le più antiche tracce della presenza umana a Davesco-Soragno risalgono all'età neolitica, all'età del ferro e all'epoca romana. È di particolare interesse una lastra con iscrizioni nord-etrusche, mentre è d'importanza storica un'abitazione con affreschi del XV secolo, un tempo probabilmente un convento dell'Ordine degli Umiliati.
Mentre nel 1110 Davesco è ancora menzionato come curtis indipendente, nel 1624 si inizia a parlare della comunanza tra Davesco e Soragno, quando le due frazioni formano già un'unica vicinanza. Ma solo nel 1804 un accordo sancisce la nascita del nuovo comune autonomo, a sua volta di derivazione patriziale.
La duplice origine di Davesco-Soragno è tuttora simboleggiata dalla sua bandiera bicolore, distinzione unita da un'unica figura: la quercia simbolo di forza e prosperità.
Negli ultimi 50 anni il quartiere registra un forte aumento demografico. Nel 1801 conta 194 abitanti, 299 nel 1850, 356 nel 1900, 456 nel 1950 e 1642 abitanti a fine 2016.
Lo stemma
L'Armoriale dei Comuni ticinesi di Gastone Cambin, edito nel 1953 dall'Istituto Araldico e Genealogico di Lugano, descriveva così lo stemma di Davesco-Soragno: "Partito, d'argento e di rosso, alla quercia fruttifera e sradicata, dell'uno nell'altro". Il bianco e il rosso rappresentano le due frazioni di Davesco e Soragno, unite in una sola entità politica rappresentata dalla quercia, che è simbolo di forza e prosperità.
Luoghi di interesse
A cinque minuti dal villaggio, nelle vicinanze della chiesa di San Bartolomeo, nel 1813 il terreno circostante un vigneto è oggetto di un importante ritrovamento archeologico: nel corso di uno scavo effettuato per l'estirpazione di un noce, viene rinvenuta una lapide etrusca assieme a reliquie umane.
In un documento del 1849 Luigi Lavizzari spiega: "L'iscrizione è scolpita in rozza pietra di micaschisto grigio, simile alla roccia dei dintorni, della lunghezza di circa metri 1.70 e dell'altezza di metri 0,50. Le lettere sono grossamente scolpite, poco profonde e dell'altezza di dodici centimetri". La scrittura usata, da destra a sinistra, potrebbe essere opera degli etruschi euganei.
L'iscrizione, simile ad altre trovate in diverse zone dell'Italia del nord, conferma che il territorio era abitato da persone facoltose.
L'importante ritrovamento, dopo essere stato rimosso, viene infisso nel muro costeggiante la strada e poi acquisito dal Museo di Coira, dove è custodito.
La chiesa principale di Davesco risale al 1366. In un documento vescovile si scrive di una chiesa sotto il cui portico si procedeva all'assegnazione degli affitti delle terre e delle selve ai villici del posto: una chiesa dei Benedettini, di dimensioni più ridotte dell'attuale, con campanile romanico.
La presenza di questi edifici religiosi sarebbe collegata all'esistenza, nella Castellanza di Sonvico, di un centro benedettino legato al monastero di San Carpoforo di Como.
L'impianto, all'origine modesto, subisce nei secoli seguenti diverse modifiche che lo trasformano fino allo stato in cui lo vediamo oggi.
All'entrata nord del paese, lungo la vecchia strada principale, troviamo la cappella di Santa Maria del Soccorso. Una piccola stanza, di pianta quadrata, decorata da affreschi: con tetto a due falde puntellato alla casa di fronte, si apre in tre nicchie.
La cappella è costruita in un periodo in cui i trasferimenti da un paese all'altro risultano particolarmente pericolosi e lunghi, e i viandanti si spostano a piedi correndo il rischio di rimanere vittime dei briganti. Questo piccolo luogo di culto serviva dunque da sostegno morale, ma soprattutto per offrire riparo dalle intemperie.