Cara Lugano...

Cara Lugano,

per parlare di te spesso usiamo i numeri: quanti posti di lavoro offri, quanti abitanti hai, quanti veicoli ti attraversano ogni giorno. Sempre numeri! E tu sai quanto mi piacciano, eppure quello che fa di te un luogo unico, che fa di te la nostra città, non è quantificabile. Sono le montagne a picco sul lago, i boschi fitti sopra la città, la luce del mattino che attraversa la nebbia, le case vecchie sopravvissute all’incalzare dell’economia degli anni ruggenti, e quelle nuove, più alte e con i parcheggi sotterranei. Ma soprattutto, quello che fa di te “te”, sono le persone.

Ogni mattino vengo in Municipio attraversando a piedi il centro: le prime persone che incontro sono gli operatori della nettezza urbana che ti puliscono alacremente, come se fossi un oggetto da collezione. Poco a poco le luci dei negozi si accendono, dai bar arriva il rumore delle macchine del caffè. In piazza Maraini i verdurai cominciano a disporre la verdura e la frutta del giorno. Dalla stazione si riversano a fiume, lungo via Cattedrale, gli studenti e le studentesse, gli uomini e le donne che vengono ogni giorno per lavorare. Poi arrivano i pensionati che si danno appuntamento al solito posto per commentare le notizie del giorno. Quando infine attraverso i cancelli del Municipio, incrocio il personale delle pulizie: mentre noi iniziamo la nostra giornata, loro finiscono il primo turno di lavoro.
Questo rito del mattino che si ripete, instancabile, attraverso le stagioni, mi scalda il cuore. Capisco che non potrei farne a meno e ciò mi fa sentire proprio luganese.

Cara Lugano, un altro anno è alle porte. Mentre nel mondo succedono cose preoccupanti, tu rimani un’oasi di pace, un luogo in cui ci si può prendere il tempo di riflettere e di pensare al futuro.

Per Natale e per il nuovo anno, auguro a tutte e a tutti i luganesi, di vederti con gli occhi di chi viene da lontano che con stupore ammira la tua bellezza, la tua tranquillità e la tua vivacità.

Auguri di buone feste a tutti e a tutte, Michele